Rivista Archeologia Veneta
Journal of Ancient Studies on North-Eastern Italy
annata XLVI-2023
Archeologia Veneta, XLVI-2023
La necropoli di Montagnana-Ca’ Nogare. Elementi di confronto con l’abitato di Montagnana-Borgo S. Zeno, Elodia Bianchin Citton, p. 2
Riassunto
Si presenta lo studio tipo-cronologico di un gruppo di bronzi e manufatti fittili provenienti da tombe a incinerazione sconvolte dai lavori di spianamento di un dosso in località Ca’ Nogare di Montagnana-fondo Bruschetta. Qui, accertamenti stratigrafici del 2009 hanno documentato la presenza di due clusters di tombe databili tra IX e inizi VIII sec. a.C. Si tratta di un nuovo settore della stessa necropoli individuata negli anni Settanta del Novecento nel vicino fondo Rancan e già riferita all’abitato di Montagnana-Borgo S. Zeno, dalla quale la divideva il corso del paleo-Adige di Montagnana-Este. Accanto a reperti con tipologie ancora del Bronzo finale, se ne documentano di nuovi databili alla primissima età del Ferro, le cui forme e decorazioni rimandano in parte alla sfera culturale villanoviana bolognese. Aspetti geomorfologici, cronologici e culturali accomunano le due piccole aree funerarie dei fondi Bruschetta e Rancan a quelle già note del vicino centro di Este in località Morlungo (tomba Lachini Pelà 2, tomba 14 di via Scarabello) e sul dosso di Meggiaro (principalmente tomba 7 di via Stazie Bragadine).
Abstract
We present a typo-chronological study of a group of bronze and ceramic artifacts from cremation tombs disturbed by the leveling works of a sandy relief at Ca’ Nogare di Montagnana-fondo Bruschetta. Here, in 2009, stratigraphic investigations documented a small burial area with two distinct clusters, datable between the 9th and early 8th centuries BC. This is a new sector of the same necropolis identified in the 1970s in the nearby Rancan lot, and already referred to the settlement of Montagnana-Borgo S. Zeno, from which the course of the Paleo-Adige divided it. Alongside finds typologically ascribed to the Final Bronze Age, others datable to the beginning of the Iron Age are documented, whose principal forms and decorations refer to the Villanovan Bolognese cultural sphere. This aspect is shared with many grave goods from the nearby center of Este (Morlungo: Grave Lachini Pelà 2 and Grave 14 from via Scarabello; Meggiaro- via Stazie Bragadine: especially Grave 7).
Tavola iscritta da Este. Il contributo del restauro, Stefano Buson, p. 44
Riassunto
La ‘Tavola da Este” è una lamina di bronzo iscritta, datata alla prima metà del IV sec. a.C. e rinvenuta nel 1979 nello scavo dell’Ospedale Civile di Este (PD); rappresenta un testo eccezionale per lunghezza e complessità all’interno del corpus venetico. La forma attuale si configura come uno scudo ottenuto ritagliando parte della lamina iscritta.
Nel 1988 su questo reperto si fecero una serie preliminare di analisi radiografiche e chimico-fisiche, presso il Centro di restauro di Firenze. Si attivò quindi l’iter per l’avvio del suo restauro progettato dal gruppo di lavoro composto da epigrafisti, restauratori, archeologi e analisti.
Abstract
The ‘Tavola da Este is an inscribed bronze sheet, dated to the first half of the fourth century B.C. and found in 1979 in the excavation of the Civil Hospital of Este (PD); it represents an exceptional text in terms of length and complexity within the venetic corpus. The current shape is configured as a shield obtained by cutting out part of the inscribed sheet.
In 1988 a preliminary series of radiographic and chemical-physical analyzes were carried out on this find at the Centro di restauro of Florence. The process was then activated for the start of its restoration designed by the working group made up of epigraphists, restorers, archaeologists and analysts.
Ateste. Il limite meridionale della città antica, Cinzia Tagliaferro, p. 64
Riassunto
Il recente tracciato viario messo in luce lungo via Settabile ad Este, rivelatosi il percorso urbano E-O più meridionale della città antica, non solo mostra interessanti relazioni con altri già noti in ambito urbano ed extraurbano, ma ha fatto anche emergere inediti rapporti topografici con altre evidenze archeologiche contigue. Ultimo a frapporsi tra l’abitato e la sponda sinistra del fiume Adige, si ubica a breve distanza da un ponte di cui oggi sono stati rinvenuti alcuni nuovi elementi.
Abstract
The road pattern recently discovered along via Settabile in Este, turned out to be the southernmost E-W of the ancient city, not only shows interesting relationships with other roads already known both in urban and suburban areas, but it has also brought out previously unknown topographic connections with other contiguous archaeological evidences.
This road, that is the last one standing between the town and the left bank of the Adige river, is located a short distance away from a bridge of which some new elements have been found nowadays.
Il Laboratorio di Archeologia Sperimentale e Ricerche sulla Tecnologia (LASeRT) dell’Università di Padova, Massimo Vidale, Valentina Famari, Vanessa Forte, Margarita Gleba, Ivana Angelini, Stefania Mazzocchin, p. 74
Riassunto
Il Laboratorio di Archeologia Sperimentale e Ricerche sulla Tecnologia (LASeRT) è attivo dal 2016 presso i Laboratori di Archeologia del Dipartimento dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica dell’Università degli Studi di Padova a Ponte di Brenta (PD). La sua duplice finalità – sperimentale e didattica – è volta alla comprensione della tecnologia antica su basi materiali, anche tramite la realizzazione di repliche di strumenti e apparati tecnici antichi. Il presente contributo illustra l’attività svolta presso i Laboratori di Archeologia negli scorsi anni, durante i quali, con gli studenti delle lauree triennali e magistrali, si sono susseguite sperimentazioni su tecniche produttive di età pre-protostorica e classica che hanno indagato la tecnologia di diversi materiali: la ceramica, le industrie litiche, il vetro, la metallurgia e le industrie tessili.
Abstract
The Laboratory of Experimental Archaeology and Technology Research (LASeRT) has been active since 2016 at the Archaeology Laboratories of the University of Padua in Ponte di Brenta (PD). Its dual purpose – experimental and didactic – is aimed at understanding ancient technology on a material basis, also through replicas of ancient tools and technical apparatuses. This contribution illustrates the activities carried out at the Archaeology Laboratory in the recent years, during which, with students of the Bachelor and Master’s degrees, experiments on prehistoric, protohistoric and classical techniques were carried out, investigating the technology of various materials: ceramics, lithic industries, glass, metallurgy and textiles.
Alcune osservazioni sulla forma calice dagli scavi di San Basilio di Ariano nel Polesine (campagne 2019-2022), Giorgio Garatti, Giulia Iadicicco, p. 86
Riassunto
Il contributo intende esaminare gli esemplari appartenenti alla forma ceramica del calice a pareti troncoconiche provenienti dall’insediamento preromano di San Basilio di Ariano nel Polesine (RO) e, in particolare, dalle recenti campagne di scavo condotte dall’Università di Padova (2019-2022). Lo studio di questa forma, ampiamente attestata in Etruria padana e presente all’interno del centro polesano in diverse classi ceramiche, permette di cogliere un interessante fenomeno di ibridazione fra produzioni differenti, esito dell’interazione fra le diverse componenti culturali che convivevano nel sito.
Abstract
This paper aims at studying a few pieces of trunk-conical ceramic chalices found at the pre-Roman settlement of San Basilio di Ariano in the Polesine (RO), in particular those unearthed during recent excavation conducted by the University of Padua (2019-2022). This kind of chalices is widely attested in the Etruscan-Po Valley area and present in different ceramic classes within the Polesine centre. The results reveal an interesting phenomenon of hybridization between different productions as the outcome of the interaction between the diverse cultural components that coexisted at the site.
Nuovi dati per l’identificazione di un produttore di vino della Cisalpina in età augustea, Stefania Mazzocchin, Cinzia Rossignoli, p. 104
Riassunto
A seguito di una tempestiva segnalazione alla Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso di materiali di interesse archeologico nel territorio di Breda di Piave (TV), è stato recuperato un collo d’anfora bollato.
L’analisi morfologica del contenitore e lo studio epigrafico del marchio impresso hanno consentito di identificare un personaggio legato alla produzione e commercializzazione del vino nord adriatico. Il volume dei suoi affari, stando all’esiguo numero di attestazioni riscontrate, non dovette essere particolarmente importante, tuttavia le caratteristiche epigrafiche e la diffusione delle anfore bollate lo pongono alla stessa stregua di altri famosi produttori vinari della Cisalpina in epoca augustea.
Abstract
Following a timely report to the Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso of materials of archaeological interest in the area of Breda di Piave (TV), a stamped amphora neck was recovered. Morphological analysis of the container and epigraphic study of the impressed mark enabled the identification of a personage linked to the production and marketing of North Adriatic wine. The volume of his business, according to the small number of records found, must not have been particularly important, yet the epigraphic characteristics and the diffusion of the branded amphorae place him on a par with other famous wine producers in Cisalpine in the Augustan period.
Palazzo Priuli Manfrin a Canareggio: nuovi dati per la prima Venezia, Cecilia Rossi, Giovanna Bosi, Rossella Cester, Mirko Fecchio, Marta Mazzanti, Mauro Rottoli, Paola Torri, p. 118
Riassunto
Gli scavi all’interno del palazzo affacciato sul Canale di Cannaregio hanno restituito evidenze ascrivibili ad un ampio arco cronologico, dall’VIII secolo d.C. all’epoca moderna. Di rilievo sono in particolare i dati emersi alle maggiori profondità, connessi alla genesi dell’abitato e alle dinamiche insediative della prima Venezia. Il contributo si focalizza su tali scoperte, integrando il dato di scavo con l’apporto delle analisi di dettaglio.
Abstract
The excavations inside the building overlooking the Cannaregio Canal returned archaeological evidence dated from the 8th century AD to the modern era. The deepest pits gave back the most relevant data, connected to the genesis of the town and the settlement dynamics of the first Venice. The contribution focuses on these discoveries, combining the excavation data with the results of detailed studies.
«Altri li credono o barbarici o romani»: l’archivio De Stefani e le indagini archeologiche nella bassa Valpantena, Angelica Gabrielli, p. 144
Riassunto
Il presente contributo propone una revisione delle ricerche archeologiche condotte da Stefano De Stefani nella bassa Valpantena (VR), alla luce anche delle fonti documentali dell’Archivio Privato De Stefani (APDS), oggetto della ricerca dottorale della scrivente. L’indagine, la cui cronologia dei rinvenimenti è compresa tra la romanizzazione e l’Alto Medioevo, prevede un riesame della documentazione archivistica, tra cui carteggi, taccuini, disegni e delle pubblicazioni dell‘autore stesso. Gli obiettivi comprendono l’analisi delle metodologie d’indagine utilizzate e le interpretazioni date, in relazione al contesto storico-scientifico che le ha prodotte ed al confronto col dato attuale.
Abstract
This paper proposes a review of the archaeological research conducted by Stefano De Stefani in the low Valpantena (VR), also considering the documentary sources of the Archivio Privato De Stefani (APDS), subject of the writer’s doctoral research. The investigation, whose chronology of findings is between Romanisation and the early Middle Ages, involves a review of the archival documentation, including correspondence, notebooks and drawings, as well as the of the author’s own publications. The objectives include the analysis of the used investigation methodologies and the given interpretations, in relation to the historical-scientific context that produced them and to the comparison with the current data.
Il ripostigio di aes rude dal Bostel di Rotzo (Altopiano dei Sette Comuni), Giovanni Gorini, p. 164
Riassunto
Si tratta della edizione di un ripostiglio di aes rude trovato nel 2003 in un “doppio fondo” di un dolio durante gli scavi al Bostel di Rotzo sull’Altopiano dei Sette Comuni in un insediamento abitativo protostorico, databile alla fine del II sec. a.C. Era composto da 153 frammenti di bronzo per un peso totale di 3.259,83 gr e rappresenta un deposito di chiaro significato premonetale. Questa ipotesi è rafforzata dal confronto con ritrovamenti simili avvenuti nel Veneto ed in Italia.
Abstract
This is the edition of an aes rude hoard found in 2003 in a “double bottom” of a dolio during the excavations at Bostel di Rotzo on the Asiago plateau in a protohistoric settlement, datable to the end of the 2nd century B.C. It was composed of 153 bronze fragments with a total weight of 3,259.83 g and represents a deposit of clear premonetary significance. This hypothesis is reinforced by comparison with similar finds in the Veneto region and Italy.
Il territorio di Vicenza in epoca romana: nuovi dati dalle indagini archeologiche 2020-2023 nel Bacino Diaz, Giulia Pelucchini, Ilaria de Aleo, Andrea Betto, p. 194
Riassunto
Tra il 2018 e il 2023 l’area a Nord di Vicenza compresa tra viale Diaz e viale Ferrarini è stata interessata da ampie attività di scavo necessarie alla realizzazione del bacino di laminazione delle acque denominato “Diaz”, portando in luce contesti di epoca romana costituiti da fornaci, cave e strutture abitative. In particolare, si intende soffermarsi sui dati emersi dalle indagini archeologiche effettuate tra il 2022 e il 2023, e tramite il confronto con le conoscenze pregresse, proporre un quadro di lettura il più possibile completo dell’occupazione antica della campagna extraurbana posta a settentrione di Vicetia.
Abstract
Between 2018 and 2023, the area north of Vicenza between viale Diaz and viale Ferrarini was interested by extensive excavation activities necessary for the construction of the water lamination basin called “Diaz”, bringing to light contexts from the Roman era consisting from furnaces, quarries and housing structures. In particular, the intention is to dwell on the data that emerged from the archaeological investigations carried out between 2022 and 2023, and through the comparison with previous knowledge, to propose a reading framework as complete as possible of the ancient occupation of the extra-urban countryside located to the north of the ancient Vicetia.
La collezione numismatica e il medagliere del Museo J.J. Winckelmann di Trieste: un progetto di studio del materiale numismatico e archivistico, Gaia De Lazzari, Giulia Modugno, p. 212
Riassunto
Il contributo fornisce un resoconto specifico e aggiornato sulla quantità e sulla qualità del materiale numismatico e archivistico presente al Museo J.J. Winckelmann di Trieste, attuato mediante l’identificazione degli autori di ciascun documento, seguito dall’analisi dei singoli medaglieri e la loro digitalizzazione. Lo studio ha interessato il materiale monetario medievale e moderno delle zecche di Verona e Merano, con la prospettiva di continuare il lavoro per le altre zecche del Triveneto.
Abstract
The contribution provides a specific and updated overview of the quantity and quality of numismatic and archival material in the J.J. Winckelmann Museum in Trieste. This was achieved through the identification of the authors of each document, then by the analysis of individual medalists and their digitization. The study was focused on the medieval and modern monetary material from the mints of Verona and Merano, with the prospect of continuing the work for other mints in the Triveneto region.