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Rivista Archeologia Veneta 
Journal of Ancient Studies on North-Eastern Italy

annata XLIII-2020

ARCHEOLOGIA VENETA XLIII-2020 - edizione digitale

ELODIA BIANCHIN CITTON, CHIARA D'INCA' La frequentazione della valle del Cordevole tra la tarda età del Bronzo e gli inizi del Medioevo: una prima sintesi a partire dai dati archeologici p.2

Sulla base delle testimonianze archeologiche riferibili al comprensorio percorso dal torrente Cordevole, e in particolare dal suo basso corso confluente nel Piave, si propone una prima sintesi sul rapporto tra territorio e insediamento nell’esteso arco cronologico che va dalla tarda Età del bronzo agli inizi del Medioevo.  Le evidenze finora note, esito di ritrovamenti occasionali e di indagini stratigrafiche del XXI sec., consentono di riconoscere ‒ nelle diverse epoche ‒ contesti e assemblaggi di reperti relativamente omogenei e con limitata varietà formale, suggerendo un sistema di contatti a scala circoscritta. Questa caratterizzazione in senso “locale” va comunque interpretata alla luce dei processi che coinvolsero ‒ a scala territoriale più ampia ‒ mondi culturali confinanti.

SARAH PONTE, CECILIA ROSSI Le necropoli di Padova romana: nuovi dati dall’area dell’Ospedale Civile p.28

Il contributo ha per oggetto le nuove testimonianze funerarie inquadrabili tra il I ed il IV sec. d.C. emerse grazie a recenti scavi nella necropoli romana ubicata nell’area dell’attuale Ospedale Civile di Padova. Lo studio si è avvalso di un approccio multidisciplinare, dove alla flottazione delle terre di rogo e all’analisi dei resti antropologici è stato affiancato l’esame dei corredi, delle strategie deposizionali e dei riti funebri, al fine di offrire nuove riflessioni sulla ritualità funeraria e sullo stato socio-economico degli abitanti di Patavium. 

MICHELANGELO MUNARINI Su alcuni frammenti di scodelle graffite a decori azzimini p.52

Nello Stato di Terra la stagione migliore della ceramica graffita è quella rinascimentale, ma anche nel pieno Cinquecento si realizzano materiali di alta qualità grazie alla lezione impartita dai cosiddetti metalli veneto-saraceni e all’uso degli stessi modelli iconografici della maiolica, resi disponibili a buon prezzo dalle stampe. I frammenti provenienti dall’area della scomparsa chiesa di San Carlo a Padova sono rare testimonianze di questo breve momento che, purtroppo, non ha avuto altri esiti.

CINZIA BETTINESCHI Le faience dell’Accademia dei Concordi di Rovigo: uno sguardo tra archeologia e tecnologie produttive p.64

Il contributo offre una panoramica delle tecnologie di produzione impiegate nella realizzazione dei materiali vetrosi egizi conservati all’Accademia dei Concordi di Rovigo. Le indagini in microscopia digitale USB, condotte nell’ambito del progetto EgittoVeneto, hanno fornito indicazioni di massima riguardo a materie prime, tecnologie di modellazione, di glazing e di decorazione. Lo studio ha poi permesso di identificare nuovi reperti di confronto per alcune delle classi considerate, consentendo di meglio precisare la cronologia e, talvolta, l’interpretazione funzionale rispetto a quanto precedentemente edito.

VERONICA GROPPO Tre sepolture della tarda età del Ferro dalla necropoli settentrionale di Oderzo p.78

Nel 1998, durante lavori edilizi nell’area de La Mutera di Oderzo (Lotto 9), sono state rinvenute tre sepolture, databili tra la seconda eta del Ferro e la romanizzazione. Dal punto di vista topografico rientrano nella più ampia area occupata dalla necropoli preromana settentrionale: malgrado i corredi si presentino in cattivo stato di conservazione, essi vanno ad allargare le scarse informazioni relative alla necropoli nord-occidentale, rappresentate da numerosi materiali sporadici (area di Villa Revedin) e da poche sepolture complete (La Mutera).

GIULIO CARRARO Moneta gioiello o metallo a peso? Un caso di studio dalla Riviera del Brenta p.92

Il contributo illustra le circostanze del ritrovamento di un aureo romano nella Riviera del Brenta e ne analizza lo stato di conservazione e le particolari mutilazioni e manomissioni suggerendo per le stesse una possibile interpretazione cronologica e funzionale.

ROSSELLA CESTER, MASSIMO DADA', OLIVIA PIGNATELLI, SILVIA TIOZZO Relazione preliminare sulle indagini archeologiche presso l’ex fornace De Majo a Murano p.102

Nel 2019 un intervento archeologico ha portato alla luce strutture lignee che, dal VII al XV sec., definiscono una lunga ed articolata frequentazione che fronteggia l’innalzamento delle acque, arrivando infine ad edifici in muratura in un’area definitivamente guadagnata alla terra emersa.

ANTONELLA ARZONE Verona e la monetazione degli Ostrogoti p.122

Verona ha avuto un ruolo di rilievo sia nella prima fase militare di avanzamento dei Goti nella pianura padana, sia nel momento di consolidamento del regno, sia nelle diverse vicende della guerra che li contrappose ai Bizantini. Il contributo intende presentare un quadro d’insieme delle monete gote, quasi esclusivamente in bronzo, rinvenute nelle indagini archeologiche a Verona e nel suo territorio e riflettere sulla circolazione monetaria nel tentativo di comprendere l’incidenza di tali monete rispetto alla monetazione romana e la loro distribuzione nell’area urbana. La collezione civica numismatica, conservata nel Museo di Castelvecchio, e ricca di novanta esemplari ostrogoti nei tre metalli che sono già noti agli specialisti, ma che rivelano di avere alcune varianti epigrafiche rispetto ai tipi di riferimento.

BRUNELLA BRUNO, FRANCESCA MELONI Gli scavi archeologici a Peschiera del Garda nell’area di Piazza Ferdinando di Savoia: primi dati su Arilica-Piscaria  tra tardo-antico e medioevo p.140

L’antico centro di Arilica-Piscaria ebbe una notevole vitalità ancora tra IV e V sec. grazie alla presenza della via Gallica e di un porto lacustre. Successivamente il vicus fu abbandonato e ricoperto dai depositi delle cosiddette terre nere. L’area aperta fu occupata da sepolture sparse e da un edificio di culto. A partire dal XII-XIII sec. l’area fu sottoposta ad un nuovo programma edilizio con la costruzione di un imponente canale-darsena.

LISA MONACO Deposizioni romane lungo la Claudia Augusta: studio e analisi archeometriche del materiale vitreo p.166

Il contributo esamina dal punto di vista tipologico e archeometrico (PLM, SEM-EDS, μ-XRF) i vetri rinvenuti in due aree di prima età imperiale a Gazzo Veronese (VR) ponendo l’attenzione sulla diffusione della miscela del tipico vetro romano in corrispondenza alla standardizzazione delle forme.

GIULIA FIORATTO La collezione archeologica Cibin-Gori ora al Comune di Schio p.188

La collezione archeologica Cibin-Gori, ora al Comune di Schio, e costituita da più di 4000 reperti. In questo contributo vengono presentate la figura del collezionista e la sua raccolta, che costituisce uno specchio dell’occupazione del territorio altovicentino dalla Pre-Protostoria fino al Medioevo.

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